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Benvenuti

Il Museo di San Paolo Albanese presenta lo straordinario patrimonio di tradizioni delle comunità arbëreshe che vivono nel territorio del Parco nazionale del Pollino da oltre cinque secoli. Oggetti, immagini, racconti, canti e filmati offrono ai visitatori un emozionante e imperdibile viaggio nella storia e nella cultura arbëreshe: dal ciclo di lavorazione della ginestra, agli oggetti di uso quotidiano, ai costumi, ai canti.

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Museo

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Sala museo con donna in costume tradizionaleIl Museo etnografico di San Paolo Albanese presenta lo straordinario patrimonio di tradizioni della comunità arbëreshe che vive nel territorio del Parco nazionale del Pollino da oltre cinque secoli. Oggetti, immagini, racconti, canti e filmati offrono ai visitatori un emozionante e imperdibile viaggio nella storia e nella cultura arbëreshe: dal ciclo di lavorazione della ginestra, agli oggetti di uso quotidiano, ai costumi, ai canti.
Il Museo è organismo vivo e connesso alla comunità residente nel Parco nazionale del Pollino ma anche a tutte le comunità arbëreshe presenti sul territorio italiano; è un luogo di valori tradizionali e un quadro di vita del passato, narrati anche con l'ausilio delle nuove tecnologie.
È il territorio e il suo paesaggio rurale; è il borgo abitato ed il suo tessuto edilizio ed urbanistico; è la comunità e la sua cultura; è il contenitore di memorie ed il laboratorio di futuro.
Il Museo è un luogo ed un modo di conservare, tutelare, valorizzare, promuovere l'identità culturale, territoriale, sociale, economica della comunità locale arbëreshe di San Paolo Albanese; è lo strumento mediante il quale produrre nuova cultura.

Tra gli oggetti, i prodotti e gli attrezzi della vita domestica e lavorativa della comunità arbëreshe è esposto, in particolare evidenza, il ciclo di lavorazione della ginestra, dalla raccolta, alla trasformazione, alla produzione di tessuti. Brochure

La storia del Museo

Il Museo della Cultura Arbëreshe (1976-2011)

Storia 01Nato come mostra agropastorale, nel 1975, e vissuto, negli anni immediatamente successivi, come recupero e valorizzazione degli oggetti della cultura materiale, lasciati nei loro contesti originari, nelle case contadine del centro storico, il Museo è diventato istituzione culturale riconosciuta sia formalmente mediante gli atti amministrativi fondativi, nel 1984, sia attraverso le sue attività e gli eventi, che ha promosso o ai quali ha partecipato negli anni '80, '90 e recenti.

1976 Prima Mostra Agropastorale
"Abbiamo allestito il Museo con gli oggetti tradizionali della vita domestica e di lavoro nei loro ambienti naturali: il lavoro di trasformazione della ginestra, la semina, la mietitura e la trebbiatura del grano, la produzione del pane, del formaggio,
del vino; la cucina, la credenza, il focolare, il forno, il telaio, il letto, la cantina". (LARES N. 2 – Aprile-Giugno 1993).

1984 "Istituzione e Regolamentazione del Museo della Cultura Arbëreshe"
Delibera di Consiglio Comunale n. 84 del 13.04.84

1985 Prima campagna di ricerca etno-demo-antropologica

Bronzini[...] È quasi superfluo rimarcare il valore del museo come irradiatore di cultura e come centro di aggregazione sociale e laboratorio di ricerca e di studio. Esso dovrà servire, prima ancora che ai visitatori esterni, alla comunità di San Paolo Albanese, che potrà fruirlo come fatto storico e in prospettiva didattica.
Il coinvolgimento della popolazione deve avvenire non solo sul piano culturale, ma anche su quello economico e sociale. Ad esempio, con la rivitalizzazione di talune forme di artigianato tradizionale, che possono essere stimolate proprio dai modelli esposti nella struttura museale. Così, la creazione del museo, che è già di per sé un fatto di civiltà – perché è proprio della civiltà costruire il presente e il futuro sul proprio passato – potrà contribuire a rendere la popolazione di San Paolo Albanese consapevole protagonista di un'opera di definizione e affermazione della propria identità culturale e, contemporaneamente, di un concreto tentativo di rivitalizzazione del proprio apparato produttivo. (Giovanni Battista Bronzini, 1993)

1993 Convegno 6-7 novembre
Inaugurazione della struttura museale
... Sono stati ristrutturati vecchi fabbricati ed ora il Museo può disporre di alcuni spazi, tutti suoi, per le sue attività di ricerca, di sperimentazione, di didattica, di produzione culturale, di esposizione, 
di documentazione ... (Annibale Formica, Sindaco di San Paolo Albanese)

Esterno Museo1994 "Approvazione Statuto Regolamento del Museo della Cultura Arbëreshe".
Delibera di Consiglio Comunale n.16 del 28.04.94

2011 Convegno 16-18 settembre
Inaugurazione nuovo allestimento del Museo della Cultura Arbëreshe
Programma manifestazione

Il percorso museale

Il Museo si trova nel cuore di San Paolo Albanese, in un edificio storico che affaccia su via Regina Margherita. Allestito su due livelli e in sale diverse, il percorso di visita presenta le seguenti sezioni:

Sala A-approdoSala A - Storia e mito
Lo spazio introduttivo è dedicato al "mito delle origini" e alle "verità della storia". La gigantografia raffigurante il mare evocativamente rimanda a quell'Adriatico che, secondo una tradizione storiografica comunemente accreditata, i profughi coronei solcarono, dopo la caduta della loro città per mano dei Turchi nel 1532, per giungere sulle coste dell'Italia meridionale, prima di stanziarsi definitivamente in Val Sarmento. La costa albanese sullo sfondo, rimanda da una parte al mito di Skanderbeg e dell'eroico popolo guerriero, strenuo difensore della cristianità, dall'altra a una realtà storica fatta, agli inizi dell'età moderna, di migrazioni in massa di uomini e donne che, spinti dalla povertà e dal bisogno, si spostavano dalle regioni balcaniche verso Occidente alla ricerca di mezzi che potessero garantir loro livelli minimi di sussistenza. Le figure in costume tradizionale, tratte da fonti diverse, danno invece il senso di come sia stata rappresentata nel tempo la diversità arbëreshe. Una ricca serie di immagini, infine, fornisce informazioni e suggestioni sui principali elementi di distinzione della comunità di San Paolo Albanese e sul suo rapporto con il contesto storico della Val Sarmento.

Sala b telaioSala B - Vita e attività domestica
Come simbolicamente evidenziato dalla presenza centrale di un telaio tradizionale, il racconto investe qui la sfera della vita e delle attività domestiche, il ruolo delle donne nella famiglia e nella comunità, dando ampio spazio al ciclo della lavorazione della ginestra come elemento distintivo della cultura tradizionale arbëreshe, come sapere che i profughi balcanici giunti in Basilicata nel XVI secolo già possedevano, come pratica peculiare di produzione autosufficiente, come consapevole espressione di un patrimonio culturale gelosamente trasmesso di generazione in generazione.

Sala C costumiSala C - Organizzazione famigliare
Sempre attraverso il racconto delle donne, questa sala è dedicata alla rappresentazione del noi attraverso l'attenzione riservata all'organizzazione famigliare, alle genealogie e alle pratiche matrimoniali, al comparatico e gjitunivet, alle pratiche rituali connesse con le varie fasi del ciclo della vita, ai costumi tradizionali nella loro valenza di elementi di distinzione etnica e sociale, di segni di riconoscimento e identificazione per gli individui in relazione al rango, all'età, alla condizione personale.
L'elemento di unità della rappresentazione è il grande letto matrimoniale, simbolo esistenziale su cui e intorno a cui si svolgevano le vicende individuali e progressive connesse al ciclo della vita.

Sala DSala D - Mondo del lavoro
Questa sala è dedicata alla rappresentazione del mondo del lavoro, di cui si narrano l'organizzazione e le modalità, si descrivono attrezzi e tecniche, si rivelano saperi e abilità. Particolare attenzione è riservata al lavoro agricolo e pastorale, alle produzioni artigianali, alle attività del bosco, all'uccisione del maiale ed alla lavorazione delle sue carni.
Anche attraverso il lavoro si cerca di riannodare i fili della costruzione identitaria, non solo sul piano dello specifico possesso di competenze ma anche perché lavorare insieme e scambiarsi reciprocamente manodopera, all'interno della comunità, significava costruire legami di amicizia e solidarietà, significava insomma consolidare il senso del noi.

Sala ESala E - Riti, feste e socialità
L'allestimento è qui dedicato al rito, alla festa, alla socialità. Le Feste di Sant'Antonio, della Madonna del Carmine, di San Francesco, dell'Assunta, di San Rocco me rif, me dënxa, me himune e con la danza del falcetto, sono al centro della rappresentazione, insieme alle diverse pratiche dell'espressione, dalla musica al canto alla narrazione di fiabe e leggende con cui, sedendosi intorno al camino, si conclude il percorso espositivo come avveniva in passato, nelle lunghe e fredde serate d'inverno, quando i più giovani e i più piccoli stavano ad ascoltare i racconti fascinosi degli anziani.

Biblioteca iconLaboratori iconbox office iconIl Museo ospita al piano terra la Biblioteca, l'area laboratori e il box office per l'accoglienza dei visitatori.


Pianta Museo

Pianta Museo

 

Flyer


Credits

Nuovo Allestimento Museo della Cultura Arbëreshe

Sindaco:
Anna Santamaria

Responsabile del procedimento:
Mosè Antonio Troiano

Progetto e direzione dei lavori:
Franca Blumetti, Lucio Vitarelli

Realizzazione dei lavori di completamento:
Impresa "L'età della pietra" di Cosimino Viola di San Paolo Albanese

Ideazione del percorso espositivo e coordinamento scientifico:
Annibale Formica (Presidente C.d.A.)
Ferdinando Mirizzi (Presidente C.T.S.)

Designer grafico e supporto allestimenti:
Palmarosa Fuccella

Data lavori:
Inizio: 10 marzo 2006 – Conclusione: 15 settembre 2009

Si ringraziano le Amministrazioni Comunali che si sono succedute 
dall'istituzione del Museo della Cultura Arbëreshe ad oggi e, particolarmente, 
i sindaci:
Annibale Formica (1975-1979; 1980-1986; 1990-1995)
Enzo Buccolo (1979-1980; 1986-1990)
Lorenzo Salamone (1995-1999)
Giuseppina Puzzi (1999-2009)

Si ringraziano, inoltre, l'intera comunità e tutti coloro che hanno collaborato ed hanno concesso materiale espositivo, fotografie e documenti filmici.

Web design
Palmarosa Fuccella e Giovanni Grimaldi