Il percorso museale
Il Museo si trova nel cuore di San Paolo Albanese, in un edificio storico che affaccia su via Regina Margherita. Allestito su due livelli e in sale diverse, il percorso di visita presenta le seguenti sezioni:
Sala A - Storia e mito
Lo spazio introduttivo è dedicato al "mito delle origini" e alle "verità della storia". La gigantografia raffigurante il mare evocativamente rimanda a quell'Adriatico che, secondo una tradizione storiografica comunemente accreditata, i profughi coronei solcarono, dopo la caduta della loro città per mano dei Turchi nel 1532, per giungere sulle coste dell'Italia meridionale, prima di stanziarsi definitivamente in Val Sarmento. La costa albanese sullo sfondo, rimanda da una parte al mito di Skanderbeg e dell'eroico popolo guerriero, strenuo difensore della cristianità, dall'altra a una realtà storica fatta, agli inizi dell'età moderna, di migrazioni in massa di uomini e donne che, spinti dalla povertà e dal bisogno, si spostavano dalle regioni balcaniche verso Occidente alla ricerca di mezzi che potessero garantir loro livelli minimi di sussistenza. Le figure in costume tradizionale, tratte da fonti diverse, danno invece il senso di come sia stata rappresentata nel tempo la diversità arbëreshe. Una ricca serie di immagini, infine, fornisce informazioni e suggestioni sui principali elementi di distinzione della comunità di San Paolo Albanese e sul suo rapporto con il contesto storico della Val Sarmento.
Sala B - Vita e attività domestica
Come simbolicamente evidenziato dalla presenza centrale di un telaio tradizionale, il racconto investe qui la sfera della vita e delle attività domestiche, il ruolo delle donne nella famiglia e nella comunità, dando ampio spazio al ciclo della lavorazione della ginestra come elemento distintivo della cultura tradizionale arbëreshe, come sapere che i profughi balcanici giunti in Basilicata nel XVI secolo già possedevano, come pratica peculiare di produzione autosufficiente, come consapevole espressione di un patrimonio culturale gelosamente trasmesso di generazione in generazione.
Sala C - Organizzazione famigliare
Sempre attraverso il racconto delle donne, questa sala è dedicata alla rappresentazione del noi attraverso l'attenzione riservata all'organizzazione famigliare, alle genealogie e alle pratiche matrimoniali, al comparatico e gjitunivet, alle pratiche rituali connesse con le varie fasi del ciclo della vita, ai costumi tradizionali nella loro valenza di elementi di distinzione etnica e sociale, di segni di riconoscimento e identificazione per gli individui in relazione al rango, all'età, alla condizione personale.
L'elemento di unità della rappresentazione è il grande letto matrimoniale, simbolo esistenziale su cui e intorno a cui si svolgevano le vicende individuali e progressive connesse al ciclo della vita.
Sala D - Mondo del lavoro
Questa sala è dedicata alla rappresentazione del mondo del lavoro, di cui si narrano l'organizzazione e le modalità, si descrivono attrezzi e tecniche, si rivelano saperi e abilità. Particolare attenzione è riservata al lavoro agricolo e pastorale, alle produzioni artigianali, alle attività del bosco, all'uccisione del maiale ed alla lavorazione delle sue carni.
Anche attraverso il lavoro si cerca di riannodare i fili della costruzione identitaria, non solo sul piano dello specifico possesso di competenze ma anche perché lavorare insieme e scambiarsi reciprocamente manodopera, all'interno della comunità, significava costruire legami di amicizia e solidarietà, significava insomma consolidare il senso del noi.
Sala E - Riti, feste e socialità
L'allestimento è qui dedicato al rito, alla festa, alla socialità. Le Feste di Sant'Antonio, della Madonna del Carmine, di San Francesco, dell'Assunta, di San Rocco me rif, me dënxa, me himune e con la danza del falcetto, sono al centro della rappresentazione, insieme alle diverse pratiche dell'espressione, dalla musica al canto alla narrazione di fiabe e leggende con cui, sedendosi intorno al camino, si conclude il percorso espositivo come avveniva in passato, nelle lunghe e fredde serate d'inverno, quando i più giovani e i più piccoli stavano ad ascoltare i racconti fascinosi degli anziani.


Il Museo ospita al piano terra la Biblioteca, l'area laboratori e il box office per l'accoglienza dei visitatori.